domenica 30 ottobre 2016

STEP 12 - L'indaco elettrico in una ricetta gastronomica

Il colore ha una certa rilevanza anche in ambito alimentare, ossia nei cibi che ogni giorno bandiscono le nostre tavole e le nostre cucine. Ogni alimento ha un proprio colore caratteristico, e visto che anche l'occhio vuole la sua parte si può ben dire che la parte cromatica dei piatti tipici e dei vari alimenti abbia una certa rilevanza.

Ecco qui una ricetta in cui è presente l'indaco come colore.


Risotto magico con cavolo verza viola

Ingredienti per 3 persone:
150 grammi di avolo verza
1/2 porro piccolino
2 cucchiai di oli extra vergine d'oliva
1 tazza da latte piena di riso
acqua q.b.
sale q.b. 

Procedimento
Tagliare in modo sottile il porro e il cavolo verza viola, versate 2 cucchiai di olio in una pentola capiente (dove poi verserete anche il riso e terminerete a cottura) e fate imbiondire il porro.

Quando la verza sarà quasi pronta mettete sul gas un pentolino con dell'acqua che porterete ad ebollizione e che vi servirà come una specie di brodo per la cottura del riso. Se volete potete utilizzare del brodo vegetale non salato, ma usando l'acqua si evita di alterare il gusto del cavolo verza. 

Dopo 10 minuti aprite il coperchio e versate il riso, successivamente amalgamate e fate tostare per qualche minuto. Ora aggiungete un po' per volta l'acqua (cercate di mantenerla calda per non creare shock termico all'interno della pentola e alterare i sapori) e portate a termine la cottura del riso più o meno 15 minuti.

Per tale ricetta si consiglia un riso per risotti o minestre, come ad esempio un carnaroli o arborio che sono perfetti in quanto rilasciano l'amido giusto per creare una cremina deliziosa a fine cottura senza l'aggiunta di altro.

A fine cottura, aggiustate di sale ed eventualmente mantecate con parmigiano e una sottiletta, o una noce di burro o come meglio gradite.

Servite quindi il riso nel piatto e buon appettito!

Questa è solo una delle tante ricette in cui vi sono alimenti di questo colore; nella ricetta sopra descritta il colore indaco è dato dal cavolo verza.

La cromoterapia è presente anche a tavola attraverso i cibi: ad esempio gli alimenti che hanno un colore che va dall'indaco al violetto sono ricchi di magnesio e di altre sostanze che servono a migliorare e a sostenere le funzioni cerebrali, sono inoltre ottimi per calmare l'appetito. Essi svolgono inoltre un'azione benefica sul sistema nervoso, sul cervello e sulle facoltà intellettive superiori.

STEP 11 - L'indaco in un documento

L'indaco è un colorante utilizzato moltissimo dalle aziende tessili, soprattutto per alcuni capi di abbigliamento come i jeans. L'obbiettivo di questo post è quello di trovare un documento su questo colore, e proprio in quest'ambito vi sono diversi giornali o riviste online che trattano dell'utilizzo dell'indaco in questo campo.

Tra di esse ho scelto un articolo molto recente della Repubblica pubblicato il 16 settembre 2016 sul proprio sito online nella sezione riguardo le Scienze. Leggerete inoltre che riguardo a quest'argomento esso si rifà ad un articolo pubblicato sulla famosa rivista scientifica Science Advances, vi auguro quindi una buona lettura.

Ha 6000 anni, viene dal Perù: è la tela indaco antenata dei blue jeans
E' stata rinvenuta nel nord del Paese. Finora si pensava che
l'uso più antico di questo colore risalisse agli Egizi.
ROMA - Non l'antico Egitto, ma le coste del nord del Perù sono state la prima 'tavolozza' dove ha preso fora ed è stato usato il colore indaco, tipico dei moderni blue jeans, che sarebbe dunque molto più antico del previsto. Risale infatti a 6.000 anni fa, e non 4.500 come finora pensato, come emerge dai tessuti ritrovati dagli archeologi nel paese sudamericano.

I dettagli sono spiegati nello studio coordinato da Jeffrey C. Splitstoser, del Columbian College di arti e scienze di Washington, e pubblicato sulla rivista Science Advances. Sulla Ande già 7800 anni fa si coltivava il cotone. Grazie al clima arido di quella parte del Perù, diversi tessuti decorativi si sono conservati intatti per migliaia di anni.

I reperti ora studiati dagli esperti della George Washington University furono rinvenuti durante una campagna di scavi realizzata tra il 2015 e il 2017 nel sito peruviano di Huaca Prieta, vicino alla città di Trujillo, cui partecipò anche l'archeologo italiano Duccio Bonavia.

Erano così ben preservati che i ricercatori ancora potevano vedere la tintura blu in maniera vivida e sono riusciti ad analizzare le quantità di indigotina e indirirubina, componenti chiave dell'indaco. Con la datazione al radiocarbonio hanno visto che risalivano a 6.200 anni fa.

L'indaco era uno dei colori più preziosi nel mondo antico, ed era usato dalla Cina fino all'Egitto e al Sudamerica. Oggi viene ancora usato per creare il blu dei blue jeans. Finora l'utilizzo più antico accertato risaliva a 4400 anni fa in Egitto, ma questo nuovo studio lo retrodata di 1500 anni e lo colloca in Perù.

Link:
  • Repubblica: http://www.repubblica.it/scienze/2016/09/16/news/scoperto_in_peru_l_antenato_dei_blue_jeans-147882790/ ;
  • Science Advances: http://advances.sciencemag.org/content/2/9/e1501623

giovedì 27 ottobre 2016

STEP 10 - L'indaco elettrico nel brand

L'indaco, così come anche il viola e il blu, è un colore che può essere ritrovato in alcuni brand o stemmi. In un precedente post avevamo già trattato di alcuni loghi in cui questo colore fosse presente, ossia quello della Milka o lo scudetto della Fiorentina. Ora invece voglio parlare di un altra azienda di dolciumi che forse in pochi di voi conosceranno: la Cadbury.


Questa è un'azienda britannica di prodotti alimentari e bevande, ma è soprattutto la seconda azienda produttrice di dolciumi al mondo.

Ho scelto questo brand per questo specifico post in quanto pur essendo un'azienda leader nel settore spesso non si vedono negli scaffali dei nostri supermercati dei suoi prodotti oppure non ne notiamo la presenza in quanto la nostra attenzione si focalizza su altri tipi di marche più conosciute nel nostro Paese come magari la Lindt, Perugina, Mars, Ringo oppure Novi. 

La Cadbury fu fondata nel lontano 1824, ha sede principale ad Uxbridge, una città nel west London che rappresenta il quartiere amministrativo del  Borough of Hillingdon di Londra.



Fino al 2012 l'azienda era sotto il controllo della Kraft Foods, la quale però ha ceduto tutti i suoi marchi di prodotti alimentari e snack alla Mondelez International, tra i quali anche la Cadbury.

Essa rivende moltissimi tipi di dolci, in particolare la cioccolata. Tra i suoi diversi tipi vi sono, oltre alle tavolette di cioccolata di cui ve ne sono moltissimi tipi,, anche ovetti (come quelli della Kinder per intenderci) e soprattutto una varianza degli OREO, ormai conosciutissimi in tutto il mondo. Vi sono anche diversi tipi di crema al cioccolato spalmabile, una vastità di barrette, e l'ultimo prodotto messo in commercio è un tipo di cioccolata calda chiamata stranamente Cadbury FREDDO.

In conclusione vi invito quindi a cercare dei prodotti Cadbury la prossima volta che andrete a fare la spesa, non di certo per comprarli (quello lo deciderete voi ovviamente), ma semplicemente per farvi notare di come spesso non vediamo tutto quello che passa davanti ai nostri occhi.


mercoledì 26 ottobre 2016

STEP 09 - L'abbecedario dell'indaco elettrico

Ecco qui l'abbecedario del colore indaco elettrico:

lunedì 24 ottobre 2016

I bambini indaco

Quanti di voi hanno mai sentito parlare dei "Bambini Indaco"?
Forse in pochi, eppure basta andare su un qualsiasi motore di ricerca, ad esempio Google, e ricercando la parola "indaco" si ottengono moltissimi post su diversi siti riguardo a questo argomento. Questo termine fu coniato dalla psicologa Nancy Ann Tappe negli anni '70-'80 nel suo libro "Understanding Your Life Through Color" ("Capire la vostra vita attraverso il colore"), ma ha acquistato una maggior importanza dopo l'opera "The Indigo Children" di Lee Carroll e Jan Tober nel 1999. In questo ultimo decennio e mezzo infatti sono stati innumerevoli i documentari, film e libri che sono stati prodotti riguardo a questi bambini ai quali sono riconosciute e abilità e capacità speciali, quasi soprannaturali. 
Secondo la dott.ssa Tappe questi bambini rappresentavano una nuova specie umana nata con l'obbiettivo di portare un'ondata di cambiamenti nella vita degli esseri umani migliorandola.


Quali sono le caratteristiche dei Bambini Indaco?
Questi bambini hanno forti poteri paranormali e psichici, iperattivi, ipersensibili e ribelli nei confronti di qualsiasi regola che gli venga imposta. Sono pieni di creatività e hanno un'elevata forza di volontà ma anche un alto senso morale. Si dice inoltre che essi siano capaci di parlare con gli angeli. 

Bambini indaco e ADHD
A causa della loro iperattività, curiosità e del loro rifiuto verso ogni regola che gli venga imposta, i bambini indaco possono diventare problematici e difficili da gestire e soprattutto da educare. Secondo Tober e Carroll i bambini ai quali viene diagnosticato un deficit di attenzione e iperattività in realtà non sarebbero altro che bambini indaco ai quali non bisognerebbe dare alcuna cura medica o farmacologica, ma dovrebbero essere trattati e riconosciuti per quello che sono e di conseguenza riempiti di cure, attenzione e affetto.

Su internet vi sono alcuni test mediante i quali chiunque può verificare se un bambino ha le caratteristiche di un bambino indaco: eccone qui uno
http://mamma.pourfemme.it/articolo/tuo-figlio-e-un-bambino-indaco-test/26003/

sabato 22 ottobre 2016

STEP 08 - L'indaco nella superstizione e scaramanzia

I colori spesso vengono associati alla superstizione e alla scaramanzia, basti pensare ad esempio che in ambito sportivo spesso gli atleti o le società scelgono il colore del vestiario non solo per rappresentare ad esempio la loro appartenenza alla propria città o al proprio Paese, ma anche in base alle proprie credenze.

Logo Milka
Logo Associazione Calcistica Fiorentina
Questo non avviene solo in ambito sportivo, ma anche in ambito economico-industriale, dove ad esempio il viola è quasi bandito dai brand di tutto il mondo in quanto visto come un colore malaugurante. Il motivo di questo pensiero deriva dal fatto che non essendo molto presente in natura in molti credono che sia un colore artificiale, e ne attribuiscono quindi valori negativi, come ad esempio finzione e scarsa sincerità.
Papa Francesco

Soprattutto in Italia questo colore non è ben visto in quanto è il colore liturgico usato nel periodo della quaresima, il quale è un periodo di purificazione penitenziale. Il viola viene quindi associato alla sfortuna, soprattutto in ambito teatrale, in quanto durante i 40 giorni di quaresima erano vietate le rappresentazioni teatrali, e questo andava a danneggiare economicamente tutti coloro che lavoravano nel mondo dello spettacolo.
Oggigiorno questo colore è quasi bandito nel teatro, infatti si evita di usare abbigliamenti o oggetti viola.

Il viola viene visto così negativamente anche perchè nasce dalla stabilità del blu e dall'energia del rosso, avendo così un'ambiguità di fondo che lo rende un colore contraddittorio e quasi indecifrabile, trasmettendo di conseguenza una percezione poco chiara sulla propria identità.
Questi sono quindi i vari motivi per cui il viola, pur essendo un colore originale, viene poco usato in vari settori.

Passiamo ora a trattare del ruolo che l'indaco ha in questo ambito così lontano ma allo stesso tempo di eguale importanza rispetto a quello scientifico.
L'indaco rappresenta una combinazione di intuizione e spiritualità, tant'è che una sua assenza, secondo una constatazione di carattere generale, può nascondere una mancanza di interessi spirituali. Essendo un colore freddo (come il verde, il blu e il viola) ha un effetto calmante. Le persone introverse preferiscono questi colori per il loro carattere endotermico e centripeto che favoriscono sia il raccoglimento interiore sia la chiusura al mondo esterno.

Immagine del sesto chakra
Questo colore è molto presente nella cultura asiatica in cui si sostiene che tale colore sia connesso con il 6° chakra (Ajna) di cui è un ottimo stimolatore. Il chakra costituisce particolari aree energetiche su cui si può influire tramite le corrispondenti frequenze dei colori e dei suoni.
Una persona che ha l'aura di questo colore sta approfondendo il suo rapporto con lo spirito. Infatti il 6° chakra è connesso con l'amore celestiale, che va al di là di quello umano e comprende la vita nel suo complesso. 
Per i buddisti inoltre esso è un'espressione dei più elevati termini vibrazionali. 
Nella cultura cinese l'indaco è un colore Yin (complementare dello Yang).


L'indaco inoltre è importante perchè rappresenta il passaggio fra i messaggi dell'anima e la loro totale comprensione divina, e proprio per questo motivo è il colore più adatto per aprire il terzo occhio e incrementare le facoltà paranormali. Grazie ad esso riusciamo a percepire l'essenza in maniera comprensibile, e ci favorisce il compito di acuire la nostra percezione astrale.



Passiamo ora ad alcuni proverbi e detti popolari riguardanti non solo l'indaco ma anche il blu e il viola, i quali sono i colori a lui più simili:


  • "Le rose sono rosse, le viole sono blu, dolce è lo zucchero, ma non quanto sei tu.";
  • "Avere il sangue blu." (sta a simboleggiare il sangue reale, ossia indica una persona aristocratica, nobile, di famiglia reale);
  • "Avere una fifa blu." (avere molta paura);
  • "San Fabian e Sebastian i ven via cun la viöla in man." (è un detto padovano sul mese di Gennaio riguardante questi due santi);
  • Nelle tradizioni velletrane l'ìndico (indaco) era il nome di una specie di folletto che, nella credenza popolare, immobilizzava gli arti alle persone durante la dormiveglia. (Velletri è una città in provincia di Roma).

venerdì 21 ottobre 2016

STEP 07 - L'indaco elettrico nel cinema

In ambito cinematografico i colori hanno avuto un'importanza crescente dalla nascita della televisione a colori. Questi infatti vengono utilizzati per dare tono e significato ad una scena in qualsiasi genere, dall'horror alla commedia, dall'avventura all'azione.



Insieme a molti altri colori, anche l'indaco elettrico è presente in quest'ambito, in primis possiamo parlare del cortometraggio drammatico francese Electric Indigo del regista belga Jean-Julien Colette prodotto nel 2013 e vincitore di diversi premi in quell'anno.

Questo filmato racconta la storia di una giovane donna, Indigo, che ripercorre tutta la sua esistenza fino all'evento che provocò in lei un'emancipazione. Nata da una madre surrogata e cresciuta da una coppia di due ragazzi eterosessuali unitisi in un legale matrimonio d'amicizia. Indigo non conosce la sua vera madre, ed è cresciuta vedendo solo l'amore non carnale dei suoi due padri. Di conseguenza non è mai riuscita a capire la sua vera identità e a trovare un obbiettivo da raggiungere nella sua vita. Ad un certo punto però la madre decide di conoscere sua figlia, e questo porta ad uno sconvolgimento nella storia.
Si suggerisce di vedere il trailer che troverete nel seguente link: 
Potrete trovare altre informazioni riguardo al film e agli attori in questo sito: http://www.imdb.com/title/tt2907996/

Immagine tratta dal film "Hungry Hearts"

Un altro capolavoro cinematografico in cui l'indaco è presente anche se indirettamente è Hungry Hearts, un film drammatico di produzione italiana ma in lingua inglese presentato al Festival di Venezia del 2014 durante il quale ha vinto due Coppe Volpi per le interpretazioni di Adam Driver e Alba Rohrwacher. Questo film, diretto da Saverio Costanzo, è stato tratto dal romanzo italiano Il bambino indaco narra di una storia di una coppia, Jude (americano) e Mina (italiana) e della crescita del loro bambino nutrito dalla madre secondo una rigida dieta vegana. Jude si accorge che il figlio sta crescendo denutrito ed è in pericolo di vita, decide quindi di agire fino a dover essere costretto a portare il piccolo a casa di sua madre Anne, allontanandolo quindi da Mina. La vicenda però assume successivamente una svolta tragica.

Già vedendo il trailer si rimane con una suspense tale da essere invogliati alla visione del film: https://www.youtube.com/watch?v=c8QwHCCLuDA

Immagine tratta dal film "La grande bellezza"
Per rendere omaggio al grande cinema italiano possiamo anche far riferimento alla famosissima casa di produzione cinematografica Indigo Film, che ha sede principale a Roma ed è stata fondata nel 1994. Moltissimi sono i lungometraggi di successo prodotti da questa casa, basti pensare a La grande bellezza di Paolo Sorrentino, vincitore del premio Oscar come miglior film straniero nel 2014. Dal 2000 ad oggi sono stati realizzati circa 25 lungometraggi di cui molti famosi in tutto il mondo. La Indigo Film fu fondata da Nicola Giuliano, Francesca Cima e Carlotta Calori, e oltre ai film ha prodotto anche alcune serie televisive e documentari.

Immagine tratta dal film "Avatar"

Un altro premio oscar in cui l'indaco elettrico si può dire che sia presente (anche se come colore si è più vicini ad una tonalità del blu elettrico) è Avatar, un film del 2009 di James Cameron che nel 2010 si aggiudicò ben 3 premi Oscar. In questo film la palette di colori è in gran parte dominata dal blu e da molte sue frazioni usati sia per l'ambiente sia per i personaggi. 

Tra il 2017 e il 2018 dovrebbe inoltre uscire il sequel di questo successo, ossia Avatar 2, e sicuramente i tantissimi fan di questo successo assaliranno i vari cinema per ammirarne la visione sui grandi schermi.


Anche in un ambito così vasto come quello cinematografico quindi l'indaco assume un ruolo di grande rilevanza sia a livello italiano che a livello internazionale.

STEP 06 - L'indaco elettrico nella scienza

Isaac Newton
L'indaco entra nel mondo della scienza grazie ad Isaac Newton, il quale fu lo scopritore dello spettro elettromagnetico. Di esso fa parte lo spettro visibile dei colori all'occhio umano di cui l'indaco è il sesto e penultimo colore, quello con la frequenza d'onda più alta subito dopo il violetto e con la lunghezza d'onda più corta compresa tra i 450 e i 470nm (nanometri). 

Lo studio del colore infatti ha impegnato diverse generazioni di scienziati, ma colui che è ritenuto il fondatore della moderna scienza del colore è proprio Newton che fu affascinato dalle proprietà della luce e dei colori stessi. 

Egli eseguì il suo famoso esperimento di dispersione della luce per dimostrare che il colore non è una proprietà dei corpi, ma è dovuto ad una proprietà della luce.
Tale esperimento consisteva nell'irradiare con un fascio di luce solare (ossia luce bianca) un prisma di vetro, dal quale questa usciva scomposta nei 7 colori dell'arcobaleno, tra cui l'indaco, il quale era compreso tra il violetto e l'azzurro.

Egli scrisse un'opera riguardo a tutti questi suoi studi e lavori sulla luce e sui colori chiamata Opticks, pubblicata nel 1704 in inglese per la prima volta e divisa in 3 libri.
Newton aggiunge l'indaco quasi a voler evidenziare un'analogia tra la vasta gamma dei colori e quella musicale delle note.

Goethe
Un secolo dopo, Goethe nella sua opera La teoria dei colori (Farbenlhere), pubblicata nel 1810, esclude ogni possibile equivalenza tra colore e suono. Goethe, infatti, contrappone la sua teoria a quella di Newton, sostenendo che non è la luce a scaturire dai colori (così come aveva detto il suo precedessore), ma esattamente il contrario. Secondo lui, infatti, i colori non erano altro che un offuscamento della luce o un'interazione di questa con l'oscurità.

Goethe suddivide i colori in fisiologici, fisici e chimici, e proprio riguardo ai secondi lui sostiene che i loro colori primari sono due:
giallo: è il principio del chiaro in quanto più affine alla luce, ad esso egli assegna il polo positivo (+);
blu: è il principio dello scuro e ad esso assegna il polo negativo (-);
Dalla interazione e variazione di intensità di questi due colori si ottengono poi tutti gli altri. Secondo Goethe l'indaco, insieme a tutte le cromature che vanno dal violetto all'azzurro tra i quali questo si pone, si ottiene aumentando la chiarezza di un corpo trasparente illuminato sovrapposto all'oscurità. Un esempio di questo fenomeno è dato dal colore del cielo, il quale dipende dalla luminosità della luce solare, infatti di giorno esso ci appare azzurro, ma man mano che la luce diminuisce la sua colorazione cambia passando da un blu, ad un violetto e infine al nero e all'oscurità propria dell'universo.

Dopo aver trattato alcuni aspetti della scienza relativi al campo dell'ottica e della luce passeremo ad esso a scoprire alcuni vantaggi che l'indaco può portare riguardo al benessere fisico di una persona.
L'indaco è un colore freddo che grazie alla sua elettricità ha un effetto rinfrescante ed astringente, inoltre essendo un stimolante delle ghiandole paratiroidee funge da inibitore tiroideo. Esso agisce anche come depuratore sanguigno ed essendo emostatico contribuisce a ridurre o ad arrestare i flussi emorragici. E' anche un efficace tonico muscolare ed agisce anche come anestetico non sottoforma di ipnosi, ma elevando la coscienza del paziente ad un tale livello di vibrazione da permettergli quasi un distacco mentale dal suo corpo fisico.

Possiamo ora passare ad alcuni effetti psicologici dell'indaco: esso controlla le correnti psichiche dei corpi sottili e presiede alle funzioni del plesso situato al centro della fronte, chiamato plesso spirituale o terzo occhio, che a sua volta agisce da controllore della ghiandola pineale. Questo colore inoltre influenza la vista, l'udito e l'olfatto sul piano fisico, psichico e spirituale ed è necessario per l'organo visivo per distinguere forme e oggetti.
Tutti questi benefici ed altri ancora si possono trovare nel libro Cromoterapia, colori e qualità della vita del Dr. Reuben B. Amber.

In conclusione possiamo dire che anche nella scienza l'indaco assume un ruolo di fondamentale importanza, soprattutto nell'ambito chimico del quale però ne tratteremo in seguito.

lunedì 17 ottobre 2016

STEP 05 - L'indaco elettrico nella musica

I colori hanno un ruolo di primo ordine anche nella musica, spesso infatti alcuni successi musicali racchiudono nei loro testi alcuni riferimenti ad alcuni colori che rievocano nell'ascoltatore determinate emozioni.

L'indaco elettrico ad esempio dà il titolo proprio ad una canzone del gruppo australiano The Paper Kites intitolata per l'appunto Electric Indigo:

Immagine tratta dal video della
canzone "Electric Indigo" dei Paper Kites
"And all I know
Is that I want you
Heavy on my mind
And the feeling grows
When you're dancing slow
I see your fire go
Electric Indigo"



Questa inoltre non è l'unica canzone che ha nel titolo il colore indaco, ad esempio vi è anche
 Indigo di Peter Gabriel, cantante britannico la cui musica appartiene a diversi generi rock.


Peter Gabriel
"Beyond the indigo, indigo,
Where the chilly winds, winds will blow,
My time is running low.
Going to cross the dark, dark river,
Going to see my good life-giver,
Better cover my yellow liver."



Per quanto riguarda la musica italiana invece ci sono alcuni dei più importanti artisti a livello nazionale e internazionale che nei testi delle loro canzoni o addirittura nei titoli hanno utilizzato il colore indaco per dare una sfumatura di colore alle loro opere.

Tra questi vi è Zucchero con la sua famosissima Indaco dagli occhi del cielo, pubblicata il 27 agosto 2004, il cui genere va dal blues al pop rock, incisa insieme alla cantante statunitense Vanessa Carlton, tratta dall'album Zu & Co.

"E piovono baci dal cielo
Leggeri come fiori di melo
Indaco dagli occhi del cielo
Sinceramente
Così leggero
Ti soffio tanti baci dal cielo
Leggeri come fiori di melo
Gocce di mercurio dal cielo
Esplodono baci dal cielo
E i nostri bei figli sul melo
Indaco dagli occhi del cielo
Indaco dagli occhi del cielo
Indaco dagli occhi del cielo"



Un altro cantante invece, amato da moltissimi giovani italiani, originario di Molfetta (BA), è Michele Salvemini, in arte Caparezza, nella sua canzone Cacca nello spazio, tratta dall'album Le dimensioni del mio caos. Nel video mentre Caparezza è condannato a spalare escrementi animali al circo, vengono inaugurati i viaggi per lo spazioporto, con una pletora di personaggi del jet set che si mettono in mostra: egli sembra volere avvisare eventuali extraterrestri dell'arrivo di questi individui da lui identificati come i veri escrementi del pianeta Terra.
Michele Salvemini - in arte "Caparezza"

"Hanno inaugurato lo spazioporto, la folla col fiato corto s’incolla all’asfalto come un gatto morto, guarda fisso lo shuttle lucido di smalto bianco col naso puntato in alto, accanto alla rampa di lancio. Arriva il sindaco nel cielo indaco del crepuscolo, rosso di lambrusco, parla e non si becca un fischio."


Se andiamo un po' indietro nel tempo possiamo invece trovare 'A çimma del grande Fabrizio De Andrè. Brano tratto dall'album Le Nuvole del 1990, viene cantata in lingua ligure, in onore della sua terra natia, ed è stata scritta insieme ad Ivano Fossati. Qui De Andrè descrive poeticamente la preparazione di un tipico piatto ligure, la cima alla genovese.

Fabrizio De Andrè
"Ti t’adesciàe ‘nsce l’èndegu du matin
ch’à luxe a l’à ‘n pè ‘n tera e l’àtru in mà"

"Ti sveglierai sull’indaco del mattino
quando la luce ha un piede in terra e l’altro in mare"



Ludovico Einaudi
Cambiando genere il risultato non cambia, ossia questo colore continua ad avere una certa rilevanza. Anche nella musica classica italiana infatti possiamo ritrovarlo grazie ad uno dei più grandi artisti italiani: il pianista e compositore di fama mondiale Ludovico Einaudi che ha composto Indaco. Questa ovviamente è un'opera solo strumentale, ma per un artista del suo calibro non servono le parole per far venire la pelle d'oca.



Queste sono solo alcune delle canzoni che si possono trovare facilmente su you tube in cui è presente l'indaco. Ecco qui un elenco di alcune di esse create da altri artisti provenienti da tutto il mondo: