sabato 22 ottobre 2016

STEP 08 - L'indaco nella superstizione e scaramanzia

I colori spesso vengono associati alla superstizione e alla scaramanzia, basti pensare ad esempio che in ambito sportivo spesso gli atleti o le società scelgono il colore del vestiario non solo per rappresentare ad esempio la loro appartenenza alla propria città o al proprio Paese, ma anche in base alle proprie credenze.

Logo Milka
Logo Associazione Calcistica Fiorentina
Questo non avviene solo in ambito sportivo, ma anche in ambito economico-industriale, dove ad esempio il viola è quasi bandito dai brand di tutto il mondo in quanto visto come un colore malaugurante. Il motivo di questo pensiero deriva dal fatto che non essendo molto presente in natura in molti credono che sia un colore artificiale, e ne attribuiscono quindi valori negativi, come ad esempio finzione e scarsa sincerità.
Papa Francesco

Soprattutto in Italia questo colore non è ben visto in quanto è il colore liturgico usato nel periodo della quaresima, il quale è un periodo di purificazione penitenziale. Il viola viene quindi associato alla sfortuna, soprattutto in ambito teatrale, in quanto durante i 40 giorni di quaresima erano vietate le rappresentazioni teatrali, e questo andava a danneggiare economicamente tutti coloro che lavoravano nel mondo dello spettacolo.
Oggigiorno questo colore è quasi bandito nel teatro, infatti si evita di usare abbigliamenti o oggetti viola.

Il viola viene visto così negativamente anche perchè nasce dalla stabilità del blu e dall'energia del rosso, avendo così un'ambiguità di fondo che lo rende un colore contraddittorio e quasi indecifrabile, trasmettendo di conseguenza una percezione poco chiara sulla propria identità.
Questi sono quindi i vari motivi per cui il viola, pur essendo un colore originale, viene poco usato in vari settori.

Passiamo ora a trattare del ruolo che l'indaco ha in questo ambito così lontano ma allo stesso tempo di eguale importanza rispetto a quello scientifico.
L'indaco rappresenta una combinazione di intuizione e spiritualità, tant'è che una sua assenza, secondo una constatazione di carattere generale, può nascondere una mancanza di interessi spirituali. Essendo un colore freddo (come il verde, il blu e il viola) ha un effetto calmante. Le persone introverse preferiscono questi colori per il loro carattere endotermico e centripeto che favoriscono sia il raccoglimento interiore sia la chiusura al mondo esterno.

Immagine del sesto chakra
Questo colore è molto presente nella cultura asiatica in cui si sostiene che tale colore sia connesso con il 6° chakra (Ajna) di cui è un ottimo stimolatore. Il chakra costituisce particolari aree energetiche su cui si può influire tramite le corrispondenti frequenze dei colori e dei suoni.
Una persona che ha l'aura di questo colore sta approfondendo il suo rapporto con lo spirito. Infatti il 6° chakra è connesso con l'amore celestiale, che va al di là di quello umano e comprende la vita nel suo complesso. 
Per i buddisti inoltre esso è un'espressione dei più elevati termini vibrazionali. 
Nella cultura cinese l'indaco è un colore Yin (complementare dello Yang).


L'indaco inoltre è importante perchè rappresenta il passaggio fra i messaggi dell'anima e la loro totale comprensione divina, e proprio per questo motivo è il colore più adatto per aprire il terzo occhio e incrementare le facoltà paranormali. Grazie ad esso riusciamo a percepire l'essenza in maniera comprensibile, e ci favorisce il compito di acuire la nostra percezione astrale.



Passiamo ora ad alcuni proverbi e detti popolari riguardanti non solo l'indaco ma anche il blu e il viola, i quali sono i colori a lui più simili:


  • "Le rose sono rosse, le viole sono blu, dolce è lo zucchero, ma non quanto sei tu.";
  • "Avere il sangue blu." (sta a simboleggiare il sangue reale, ossia indica una persona aristocratica, nobile, di famiglia reale);
  • "Avere una fifa blu." (avere molta paura);
  • "San Fabian e Sebastian i ven via cun la viöla in man." (è un detto padovano sul mese di Gennaio riguardante questi due santi);
  • Nelle tradizioni velletrane l'ìndico (indaco) era il nome di una specie di folletto che, nella credenza popolare, immobilizzava gli arti alle persone durante la dormiveglia. (Velletri è una città in provincia di Roma).

Nessun commento:

Posta un commento